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Serie A, Il Guerin Sportivo: “Che fine ha fatto la commissione FIGC per gli scudetti contesi?”di Tommaso FefèFebbraio 20, 2022 - 15:14
Un articolo del Guerin Sportivo uscito oggi in edicola si interroga sulla commissione della FIGC per gli scudetti contesi.
L’interrogativo del Guerin Sportivo, in edicola oggi, è lo stesso che in molti italiani si pongono da diversi anni. I laziali, in particolare, ma non solo. Che fine ha fatto la commissione istituita dalla Federcalcio per gli scudetti contesi?
Come si legge su laziostory.it, il silenzio sta diventando sempre più assordante. Dal 30 maggio 2019, quando fu formalizzata la composizione della Commissione storica, che avrebbe dovuto analizzare le diverse situazioni pendenti sui titoli del 1915, 1925 e 1927, che vedono coinvolti rispettivamente Lazio, Genoa, Bologna e Torino, non si è più saputo nulla. Possibile che siano emersi segreti di stato così indicibili? Si interroga provocatoriamente l’articolo.
L’autore, per la verità, si esprime in maniera critica, in generale, sull’approccio revisionista adottato. L’ex aequo infatti non è previsto nell’ordinamento sportivo del calcio italiano. La soluzione equitativa è definita aberrante per il sistema. Ma entrando nello specifico dei singoli casi, quello di Lazio e Genoa pare talmente sui generis da leggittimare una decisione che sarebbe unica nel suo genere.
Carlo Felice Chiesa, firmatario del pezzo, definisce “Il Parto delle Nebbie” la situazione creatasi, a ridosso dello scoppio della Prima Guerra Mondiale e subito dopo la stessa, intorno allo scudetto assegnato a tavolino ai grifoni ai danni proprio dei biancocelesti. Nella chiosa si legge testualmente:
“Gli albi d’oro attualmente assegnano quel titolo al Genoa, anche se manca nella stampa dell’epoca un comunicato ufficiale in tal senso della Federcalcio, che pure era abituata a farvi regolare ricorso. E non c’è dubbio che tale assegnazione dal punto di vista strettamente sportivo fu un abuso. Stando così le cose, assegnare il titolo 1914/15 ex aequo anche alla Lazio costituirebbe un abuso non inferiore, anzi, in linea con esso. Sarebbe l’unico caso in cui l’attribuzione di un ex aequo, data l’eccezionalità della situazione determinata dallo scoppio del conflitto, non lederebbe, e anzi confermerebbe, il principio che esclude la vittoria a pari merito del nostro massimo campionato. Ricordiamo che nell’unico caso di arrivo in testa a pari merito, nel 1963/64, si fece ricorso allo spareggio per determinare la squadra vincente“.
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