Antiromanismo militante
- IO_DistintaMente
- Località: Roma
Messaggio
Re: Antiromanismo militante
H501 ce ne sono????
Non bisognerebbe mai incontrare i propri miti.
Rischi di scoprire che le grandi opere che ti hanno fatto sognare tanto le hanno pensate stando seduti sul cesso, aspettando una scarica di diarrea
Rischi di scoprire che le grandi opere che ti hanno fatto sognare tanto le hanno pensate stando seduti sul cesso, aspettando una scarica di diarrea
- g aguilera
- Località: T.O
JacopoLazio1900
5 hours ago
1927: SCEGLIEMMO
DI ESSERE ROMA!!! Poi li intervisti fori lo stadio e quello che abita più vicino a Roma è de Foggia… Avete detto bene… avete scelto di esserlo… non ci siete nati con la vena romana… io pure da domani posso decide de esse spider man, ma se me butto dal 3 piano non me se aprono le ragnatele…
tirannide anaffettiva anglo-italiana
Sembra de sta fori lo stadio del Palermo
Mamma mia menomale che hanno scelto de chiamasse Roma
Asroma 104
Mamma mia menomale che hanno scelto de chiamasse Roma
Asroma 104
- Il Sigaro
- Località: Roma
Li du romani
Gli altri vengono tutti da Caserta in giù
Gli altri vengono tutti da Caserta in giù
UNDICI VAVRO
UNDICI MURIQI
No ai ciccicaputi
UNDICI MURIQI
No ai ciccicaputi
- mimmo
- Località: Roma
ho perso 2500 euro per colpa della roma (cit.)
- Blevins
- Località: Roma
curva sud sanpa
che degrado
Tra gli ultrà romanisti nel giorno del derby: lungo il Tevere per tirare di coca, poi tutti in curva Sud
di Gianni Santucci
Ai tornelli i ragazzini sfuggono ai controlli. In curva ci sono 13 mila persone, il 97% uomini e tanti bambini
Nessuno ha intenzione di fare a botte. Ma si scende al fiume «pe’ fasse ’na botta». (Pillola di romanesco: «farsi una botta», tirare una riga di cocaina). Un tizio urla all’amico che s’attarda: «Ahoooo». Mano destra in alto, mano sinistra ad accarezzarsi la narice. Sorrisone. Non serve il fumetto per interpretare l’invito. Alle sue spalle, dietro un’auto grigia, quattro ragazzi accalcati intorno a un motorino. Hanno girato lo specchietto verso l’alto. Ne hanno ricavato un piano d’appoggio. Uno acchitta le righe (sminuzza e dispone la sostanza), con una tessera da supermercato. Poi, a turno, come un balletto, tutt’e quattro si chinano sullo specchietto. Si rialzano su con uno scatto. Si strofinano rapidi il naso. Nessuno ha il raffreddore.
Domenica scorsa, 6 novembre, giorno di derby romano; ore 14.20, quasi quattro ore all’inizio della partita, sponda romanista. Popolo di curva Sud. Preparazione al match. Lungotevere maresciallo Diaz è una distesa d’asfalto larga come una piazza d’armi e già militarizzata. Una dozzina di camionette della polizia, due mezzi spara-acqua, quattro jeep, otto cavalli con poliziotti cavalieri. È l’unico punto di possibile contatto con i laziali che sciamano da Tor di Quinto verso la curva Nord. Da una parte, verso lo stadio, gli uffici del Comitato olimpico, viale del Foro italico, l’obelisco Mussolini. Dall’altra, verso il Tevere, i bar ritrovo dei romanisti. Sono qualche centinaio. Ne arrivano sempre più. «Ciao ci». Aumentano. «Abbello». Si radunano. «Oh frate’». Si trovano. «Anvedi chi cce sta». Molti vanno giù, a pippare tra i bambù.
Dietro i bar c’è una scarpata. Una scaletta di ferro con 25 gradini conduce in via Capoprati: più bassa e riparata (si fa per dire) rispetto al lungotevere stracolmo di polizia; una pista ciclabile, l’asfalto, una fitta corona di vegetazione (fogliame e canne di bambù, appunto). Al di là delle piante scorre l’acqua del fiume. Sopra, davanti ai bar, si tracanna birra da bicchieroni di plastica. Sulla scaletta è un processione. I quattro del motorino risalgono. Uno rolla subito una canna. L’accende. La passa all’amico in maglietta nera con scritta gialla sulla schiena: «Quando la rabbia diventa azione/Ultras Roma Casal Bertone» (quartiere tra il cimitero del Verano e il Collatino). Il terzo rifiuta di fumare: «Lascia perde’, io botta e canna nun je la faccio più». Due metri più in là, un uomo sulla cinquantina scende da uno scooter. Si sta togliendo il casco. Un amico lo invita giù. Risposta: «Aspetta, nun ce l’ho, c’è ito l’amichetto mio a pjalla» (prenderla). Davanti ai bar ormai è folla fitta. Qualche fumogeno. Alle 14.55 tre ragazzini scendono a farsi la botta; altri quattro pippano là vicino, appena nascosti tra le piante. Due che non hanno neanche voglia di scendere, il pezzo (sassolino di cocaina) se lo scambiano sulla scaletta. Il primo, occhiali Ray-Ban neri a goccia, si ri-infila la bustina di cellophane azzurro nelle mutande, sotto i testicoli: là dove non arriverà mai alcuna mano in caso di perquisizione (l’hashish negli stadi entra da sempre così). Esplodono due petardoni. Urla di olé. Risate. «Dajeee». Non si scompone chi sta intento a urinare all’ombra dei bambù: la birra alimenta fiotti giallastri sempre più consistenti che luccicano al sole. Partono i cori: «Noi odiamo la Lazio, noi odiamo la Lazio. Uccidiamoli». Il canto sulla mamma del laziale che intreccia pratiche sodomite e sesso orale non serve ripeterlo, perché a Roma lo conoscono pure i bambini. Alle 16 (cancelli dello stadio aperti), giù al fiume si continua a pippare sugli gli schermi degli iPhone. Unica differenza da prima: ormai nessuna remora. Si pippa en plein air, in mezzo alla strada, inondati dalla meravigliosa luce del sole calante su Roma, che resta struggente qualsiasi spettacolo umano scenda ad accarezzare.
Domanda: cosa ha a che fare questo consumo di cocaina [...] e smodato con il calcio? È uno specifico delle vituperate curve? Risposta onesta: no. Chi pippa prima della partita, pippa anche prima della discoteca, della serata, dell’uscita con gli amici. La droga arriva allo stadio perché inonda le città. E così anche per le derive d’estrema destra. Sui marmi ingrigiti del Foro italico campeggiano ancora centinaia di manifesti che commemorano il recente centenario della marcia su Roma. Niente a che fare col derby. È la città. Solo un po’ più visibile, più concentrata qua all’Olimpico: dove s’addensano tutti questi ragazzini che al posto di giallo e rosso sfoggiano sempre più nero nelle felpe e nei giubbotti. Che fondano piccoli clan come «Rnp», ovvero «Roma non perdona» (emblema: un teschio con bavaglio giallorosso). Che s’atteggiano tutti a «sono cattivissimo». E che si mescolano ai quaranta/cinquantenni con gli abiti lisciati, le barbe lunghe, i cappelli da pescatore sulle facce abbronzate di chi porta storie di strada incavate nelle prime rughe, look e modi da vecchia borghesia romana nera e spietata. Stanno vicini, lupi e lupetti. A godersi il brivido da branco del famo paura: che è uguale in tutta Italia, ma a Roma si impasta con un caput mundi da accatto, uno spruzzo di mistica imperial/fascista, un pomposo ricorso al latino (sulle maglie dei «Boys», che hanno appena compiuto 50 anni, sta scritto «ab aeterno»). L’aggressività galleggia, ma non esplode neppure verso l’intrepido imbecille che alle 16.30 passa da solo accanto a questa massa e urla: «Ammerde!», poi scappa verso la curva laziale, incespica, cade, si rialza e viene infine preso in consegna dalla Digos. Tempo di entrare allo stadio. Cancelli 18 e 19. L’ingresso è una tonnara. Caos utile a qualcuno. Perché c’è ancora gente che prova a entrare senza biglietto.
Ressa asfissiante. Urla. Per soli due ingressi, una dozzina di steward, altrettanti poliziotti, sei agenti della digos. Buttarsi in due nel tornello è la norma. Vecchio andazzo delle spintarelle. Roba da anni Ottanta. Non debellata da biglietti nominali e leggi sulla sicurezza. Quando passano in due, vanno fermati per un ri-controllo. Il flusso s’intasa. La rabbia monta. Bilancio su soli 25 minuti (16.50-17.15:) trentasette persone buttate fuori (perché senza biglietto, o con tagliandi o abbonamenti di altri settori) e sei «saette», ragazzi che nel caos riescono a intrufolarsi e schizzano da centometristi verso lo stadio, dove sarà poi impossibile trovarli (chi scappa è dato per perso, impensabile rincorrere). Si sale. Due rampe di scale. Sbocco sui gradoni. Veduta del campo. Sguardo intorno. La curva Sud. Tredicimila persone, al 97-98 per cento uomini, migliaia di sciarpe e magliette della Roma, centinaia di bandiere; tanti bambini e bambine, tra cui una di tre anni che resterà per tutta la partita in braccio al padre: e la domanda più insulsa sarebbe chiedersi se la curva è un posto (solo) di gente che pippa, fuma e entra senza biglietto. La risposta sale dall’energia di questa catasta di esseri umani che urla, sorride, sbraita, inveisce, fischia, canta. Condivide emozioni: e ingloba il male di fuori che si ritrova vicino allo stadio senza averci nulla, ma proprio nulla a che spartire.
PS. Il ricorso a una pratica irrituale c’è stato anche per realizzare questo servizio. Lo stadio era sold out. Il biglietto «introvabile» l’abbiamo recuperato il 31 ottobre su viagogo.com, società svizzera, piattaforma mondiale del secondary ticketing. Il vecchio bagarinaggio. Settore 18 AD, fila 55. Costo: 247,93 euro (30,68 di commissioni e 6,75 di Iva), oltre cinque volte il prezzo nominale, 45 euro. Chi lucra sulla rivendita andrebbe perseguito: ma sguscia regolarmente via, come i ragazzi che sgattaiolano ai tornelli.
PS bis. Alla coreografia della curva laziale, la Sud ha risposto con un insistito: «Sembra Napoli». I cori antisemiti degli ultrà biancocelesti a fine partita, dall’altra parte dello stadio, non si sono sentiti.
https://www.corriere.it/cronache/il-rac ... 6893.shtml
che degrado
Tra gli ultrà romanisti nel giorno del derby: lungo il Tevere per tirare di coca, poi tutti in curva Sud
di Gianni Santucci
Ai tornelli i ragazzini sfuggono ai controlli. In curva ci sono 13 mila persone, il 97% uomini e tanti bambini
Nessuno ha intenzione di fare a botte. Ma si scende al fiume «pe’ fasse ’na botta». (Pillola di romanesco: «farsi una botta», tirare una riga di cocaina). Un tizio urla all’amico che s’attarda: «Ahoooo». Mano destra in alto, mano sinistra ad accarezzarsi la narice. Sorrisone. Non serve il fumetto per interpretare l’invito. Alle sue spalle, dietro un’auto grigia, quattro ragazzi accalcati intorno a un motorino. Hanno girato lo specchietto verso l’alto. Ne hanno ricavato un piano d’appoggio. Uno acchitta le righe (sminuzza e dispone la sostanza), con una tessera da supermercato. Poi, a turno, come un balletto, tutt’e quattro si chinano sullo specchietto. Si rialzano su con uno scatto. Si strofinano rapidi il naso. Nessuno ha il raffreddore.
Domenica scorsa, 6 novembre, giorno di derby romano; ore 14.20, quasi quattro ore all’inizio della partita, sponda romanista. Popolo di curva Sud. Preparazione al match. Lungotevere maresciallo Diaz è una distesa d’asfalto larga come una piazza d’armi e già militarizzata. Una dozzina di camionette della polizia, due mezzi spara-acqua, quattro jeep, otto cavalli con poliziotti cavalieri. È l’unico punto di possibile contatto con i laziali che sciamano da Tor di Quinto verso la curva Nord. Da una parte, verso lo stadio, gli uffici del Comitato olimpico, viale del Foro italico, l’obelisco Mussolini. Dall’altra, verso il Tevere, i bar ritrovo dei romanisti. Sono qualche centinaio. Ne arrivano sempre più. «Ciao ci». Aumentano. «Abbello». Si radunano. «Oh frate’». Si trovano. «Anvedi chi cce sta». Molti vanno giù, a pippare tra i bambù.
Dietro i bar c’è una scarpata. Una scaletta di ferro con 25 gradini conduce in via Capoprati: più bassa e riparata (si fa per dire) rispetto al lungotevere stracolmo di polizia; una pista ciclabile, l’asfalto, una fitta corona di vegetazione (fogliame e canne di bambù, appunto). Al di là delle piante scorre l’acqua del fiume. Sopra, davanti ai bar, si tracanna birra da bicchieroni di plastica. Sulla scaletta è un processione. I quattro del motorino risalgono. Uno rolla subito una canna. L’accende. La passa all’amico in maglietta nera con scritta gialla sulla schiena: «Quando la rabbia diventa azione/Ultras Roma Casal Bertone» (quartiere tra il cimitero del Verano e il Collatino). Il terzo rifiuta di fumare: «Lascia perde’, io botta e canna nun je la faccio più». Due metri più in là, un uomo sulla cinquantina scende da uno scooter. Si sta togliendo il casco. Un amico lo invita giù. Risposta: «Aspetta, nun ce l’ho, c’è ito l’amichetto mio a pjalla» (prenderla). Davanti ai bar ormai è folla fitta. Qualche fumogeno. Alle 14.55 tre ragazzini scendono a farsi la botta; altri quattro pippano là vicino, appena nascosti tra le piante. Due che non hanno neanche voglia di scendere, il pezzo (sassolino di cocaina) se lo scambiano sulla scaletta. Il primo, occhiali Ray-Ban neri a goccia, si ri-infila la bustina di cellophane azzurro nelle mutande, sotto i testicoli: là dove non arriverà mai alcuna mano in caso di perquisizione (l’hashish negli stadi entra da sempre così). Esplodono due petardoni. Urla di olé. Risate. «Dajeee». Non si scompone chi sta intento a urinare all’ombra dei bambù: la birra alimenta fiotti giallastri sempre più consistenti che luccicano al sole. Partono i cori: «Noi odiamo la Lazio, noi odiamo la Lazio. Uccidiamoli». Il canto sulla mamma del laziale che intreccia pratiche sodomite e sesso orale non serve ripeterlo, perché a Roma lo conoscono pure i bambini. Alle 16 (cancelli dello stadio aperti), giù al fiume si continua a pippare sugli gli schermi degli iPhone. Unica differenza da prima: ormai nessuna remora. Si pippa en plein air, in mezzo alla strada, inondati dalla meravigliosa luce del sole calante su Roma, che resta struggente qualsiasi spettacolo umano scenda ad accarezzare.
Domanda: cosa ha a che fare questo consumo di cocaina [...] e smodato con il calcio? È uno specifico delle vituperate curve? Risposta onesta: no. Chi pippa prima della partita, pippa anche prima della discoteca, della serata, dell’uscita con gli amici. La droga arriva allo stadio perché inonda le città. E così anche per le derive d’estrema destra. Sui marmi ingrigiti del Foro italico campeggiano ancora centinaia di manifesti che commemorano il recente centenario della marcia su Roma. Niente a che fare col derby. È la città. Solo un po’ più visibile, più concentrata qua all’Olimpico: dove s’addensano tutti questi ragazzini che al posto di giallo e rosso sfoggiano sempre più nero nelle felpe e nei giubbotti. Che fondano piccoli clan come «Rnp», ovvero «Roma non perdona» (emblema: un teschio con bavaglio giallorosso). Che s’atteggiano tutti a «sono cattivissimo». E che si mescolano ai quaranta/cinquantenni con gli abiti lisciati, le barbe lunghe, i cappelli da pescatore sulle facce abbronzate di chi porta storie di strada incavate nelle prime rughe, look e modi da vecchia borghesia romana nera e spietata. Stanno vicini, lupi e lupetti. A godersi il brivido da branco del famo paura: che è uguale in tutta Italia, ma a Roma si impasta con un caput mundi da accatto, uno spruzzo di mistica imperial/fascista, un pomposo ricorso al latino (sulle maglie dei «Boys», che hanno appena compiuto 50 anni, sta scritto «ab aeterno»). L’aggressività galleggia, ma non esplode neppure verso l’intrepido imbecille che alle 16.30 passa da solo accanto a questa massa e urla: «Ammerde!», poi scappa verso la curva laziale, incespica, cade, si rialza e viene infine preso in consegna dalla Digos. Tempo di entrare allo stadio. Cancelli 18 e 19. L’ingresso è una tonnara. Caos utile a qualcuno. Perché c’è ancora gente che prova a entrare senza biglietto.
Ressa asfissiante. Urla. Per soli due ingressi, una dozzina di steward, altrettanti poliziotti, sei agenti della digos. Buttarsi in due nel tornello è la norma. Vecchio andazzo delle spintarelle. Roba da anni Ottanta. Non debellata da biglietti nominali e leggi sulla sicurezza. Quando passano in due, vanno fermati per un ri-controllo. Il flusso s’intasa. La rabbia monta. Bilancio su soli 25 minuti (16.50-17.15:) trentasette persone buttate fuori (perché senza biglietto, o con tagliandi o abbonamenti di altri settori) e sei «saette», ragazzi che nel caos riescono a intrufolarsi e schizzano da centometristi verso lo stadio, dove sarà poi impossibile trovarli (chi scappa è dato per perso, impensabile rincorrere). Si sale. Due rampe di scale. Sbocco sui gradoni. Veduta del campo. Sguardo intorno. La curva Sud. Tredicimila persone, al 97-98 per cento uomini, migliaia di sciarpe e magliette della Roma, centinaia di bandiere; tanti bambini e bambine, tra cui una di tre anni che resterà per tutta la partita in braccio al padre: e la domanda più insulsa sarebbe chiedersi se la curva è un posto (solo) di gente che pippa, fuma e entra senza biglietto. La risposta sale dall’energia di questa catasta di esseri umani che urla, sorride, sbraita, inveisce, fischia, canta. Condivide emozioni: e ingloba il male di fuori che si ritrova vicino allo stadio senza averci nulla, ma proprio nulla a che spartire.
PS. Il ricorso a una pratica irrituale c’è stato anche per realizzare questo servizio. Lo stadio era sold out. Il biglietto «introvabile» l’abbiamo recuperato il 31 ottobre su viagogo.com, società svizzera, piattaforma mondiale del secondary ticketing. Il vecchio bagarinaggio. Settore 18 AD, fila 55. Costo: 247,93 euro (30,68 di commissioni e 6,75 di Iva), oltre cinque volte il prezzo nominale, 45 euro. Chi lucra sulla rivendita andrebbe perseguito: ma sguscia regolarmente via, come i ragazzi che sgattaiolano ai tornelli.
PS bis. Alla coreografia della curva laziale, la Sud ha risposto con un insistito: «Sembra Napoli». I cori antisemiti degli ultrà biancocelesti a fine partita, dall’altra parte dello stadio, non si sono sentiti.
https://www.corriere.it/cronache/il-rac ... 6893.shtml
- ecate
- Contatta:
- Località: USA
"Mo Urino" sta iniziando a scaricare merda sui giocatori.....bene bene...magari zompa.
Lo ha fatto pure dopo Bodo. Messaggi alla società per avere altri rinforzi.ecate ha scritto:"Mo Urino" sta iniziando a scaricare merda sui giocatori.....bene bene...magari zompa.
Inviato da me
Concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur
- ecate
- Contatta:
- Località: USA
da quello che ho visto questi han bisogno di insegnanti di rinforzo.
- g aguilera
- Località: T.O
Grande Asso oggi. Belotti deve anda a fa vrestling
tirannide anaffettiva anglo-italiana
- Takkar
- Località: Roma
“Scusi signora, vado bene per Sassuolo?”
"davanti ai soldi diventano tutti mezzi uomini o quasi." CIT
"Ancora qua sta questo? Uomo senza un minimo di dignità" CIT
"davanti ai soldi diventano tutti mezzi uomini o quasi." CIT
"Ancora qua sta questo? Uomo senza un minimo di dignità" CIT
- Il Sigaro
- Località: Roma
Ma come si veste questo ahahahah
UNDICI VAVRO
UNDICI MURIQI
No ai ciccicaputi
UNDICI MURIQI
No ai ciccicaputi
Ma perché guarda verso sinistra
Ma che ce sta’ ha ha ha ha ha
Ma che ce sta’ ha ha ha ha ha
- Edo_88
- Località: Guidonia
Ma poi, tralasciando tutto, ma che cazzo de case c'hanno? ma ndo vivono?
- ecate
- Contatta:
- Località: USA
Però tiè …buttala li
Guarda sur muro che c’eee
er quadro
De Vincent van Gogh
Guarda sur muro che c’eee
er quadro
De Vincent van Gogh
- aquila nel cuore
- Località: ..
Perché te ne sei accorto solo oggi?
Post del 7/12/2021:
La lettiera sta lì da tempi immemori...aquila nel cuore ha scritto: ↑07/12/2021, 9:44...ma della lettiera del gatto sul tavolo ne vogliamo parlare?
- mimmo
- Località: Roma
ma c'è pure il gatto o la lettiera la usa lui?
giornata storica, hanno fatto la fine dei pescaresi col Tassinaro
- Blevins
- Località: Roma
che pezza (in tutti i sensi)
episodio che ne innescherà inevitabilmente altri
episodio che ne innescherà inevitabilmente altri
- Edo_88
- Località: Guidonia
C'è poco da prendere per il culo, quello fatto dagli ultras dello Stella Rossa è un'infamata enorme, che con il mondo ultras non c'entra assolutamente nulla
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- GuerinoGottardi
- Località: Madrid
Che me so perso?
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tanta robaGuerinoGottardi ha scritto: ↑05/02/2023, 17:44Che me so perso?
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cerca fedayn roma su google
buon divertimento
non è qui che si può commentare, ma non la penso assolutamente così
inoltre, stiamo parlando di chi ha sempre fatto cori e striscioni a Paparelli
Non so’ cazzi che c’è riguardano
Non scrivete cazzate nun giocate co ste cose .
E comunque resta il fatto che e’ na bella
Bastardata
Tanta solidarietà per i Fedayn .
Non scrivete cazzate nun giocate co ste cose .
E comunque resta il fatto che e’ na bella
Bastardata
Tanta solidarietà per i Fedayn .
- ecate
- Contatta:
- Località: USA
in realtà anche io l'avevo già scritto in un'altra occasione, ma va sempre bene rimarcarloaquila nel cuore ha scritto: ↑05/02/2023, 13:14Perché te ne sei accorto solo oggi?
Post del 7/12/2021:
La lettiera sta lì da tempi immemori...aquila nel cuore ha scritto: ↑07/12/2021, 9:44...ma della lettiera del gatto sul tavolo ne vogliamo parlare?
- Fiorini
- Località: Roma
A onor del vero mi sembra più un trasportino che una lettiera.. per il resto non cambia moltoecate ha scritto: ↑05/02/2023, 19:57in realtà anche io l'avevo già scritto in un'altra occasione, ma va sempre bene rimarcarloaquila nel cuore ha scritto: ↑05/02/2023, 13:14Perché te ne sei accorto solo oggi?
Post del 7/12/2021:
La lettiera sta lì da tempi immemori...aquila nel cuore ha scritto: ↑07/12/2021, 9:44...ma della lettiera del gatto sul tavolo ne vogliamo parlare?
- aquila nel cuore
- Località: ..
No, fidate: è una lettiera/cesso der gatto.Fiorini ha scritto: ↑05/02/2023, 21:09A onor del vero mi sembra più un trasportino che una lettiera.. per il resto non cambia moltoecate ha scritto: ↑05/02/2023, 19:57in realtà anche io l'avevo già scritto in un'altra occasione, ma va sempre bene rimarcarloaquila nel cuore ha scritto: ↑05/02/2023, 13:14Perché te ne sei accorto solo oggi?
Post del 7/12/2021:
La lettiera sta lì da tempi immemori...aquila nel cuore ha scritto: ↑07/12/2021, 9:44...ma della lettiera del gatto sul tavolo ne vogliamo parlare?
Quella con lo sportellino che si apre e chiude al passaggio der micio.
Il trasportino di solito ha una porticina con dei gancetti che si girano per chiuderla.
Poi po' pure esse che dentro ar posto della lettiera c'hanno messo un cuscino o una coperta e lo usano come cuccia.
Ma in ogni caso, come dicevi te, sta comunque sempre lì in bella vista...
L’unico gruppo
Che ha dedicato striscioni per la morte di Gabriele
E DIABLO .
Basta questo.
E ripeto
Non fate i stronzi…
- Blevins
- Località: Roma
non me ne fotte un cazzo dei fedayn jimmy
problemi loro
problemi loro
Ascoltami bene
A nessun laziale gli frega un cazzo.
Pero me pare che in giro non leggi sfottò e prese per culo.
Da parte de “laziali”
Ma solo silenzio
Perché una cosa del genere poteva capitare a chiunque ed era imprevedibile
Perche la pezza non lo scorti in Duemila unita alla fine della partita in casa .
Ma se poi se fa er fenomeno da tastiera
Co prese per culo
Poi bisogna esse pure pronti a da spiegazioni senza piagne il giorno Che ti vengono a bussare.
Perché in questi casi la reazione può Darsi pure che è più grossa di quello che uno scritto.
In questi casi il silenzio miglior cosa
Io do un consiglio
Poi fate come cazzo ve pare e’
Ci mancherebbe.
- Blevins
- Località: Roma
ti stai facendo un film tutto tuo
a parte un paio di battute non c'è stato letteralmente nulla che corrisponda a ciò che hai scritto (fenomeno da tastiera, prese per il culo, gente che dovrebbe bussà alla porta)
a parte un paio di battute non c'è stato letteralmente nulla che corrisponda a ciò che hai scritto (fenomeno da tastiera, prese per il culo, gente che dovrebbe bussà alla porta)
Leggi bene
Nun c’è scritto Stai a fa
Ben diverso Se si fa
Poi se voi capi capisci
E la chiudo qui
- Edo_88
- Località: Guidonia
Ha ragione Jimmy. Detto ciò, tornate a parlà de quanto so brutti i romanisti e de come arredano le stanze
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- Jolly roger
- Località: Padova - Ostuni
Così è!
Dirigere le operazioni da Generale e combattere da Tenente
- Cri72
- Località: Manziana
- Jolly roger
- Località: Padova - Ostuni
Già ieri a Verona la posizione era chiarissima e netta, fanculo ai romanisti e fanculo pure a chi je mostra vicinanza e rispetto.
AVANTI LAZIO!
AVANTI LAZIO!
Dirigere le operazioni da Generale e combattere da Tenente
- Blevins
- Località: Roma
giorni che FRIGNANO sui social in cerca di solidarietà (non i diretti interessati magari, che hanno altro a cui pensare) appellandosi a non meglio precisati codici
li ricordavo atteggiarsi a omertosi, criminali, banditi
patetici
li ricordavo atteggiarsi a omertosi, criminali, banditi
patetici
- Nicomcm
- Località: Roma
Prima di scrivere qualcosa aspettavo, con estrema certezza, l uscita di un comunicato.
MA STI GRANDISSIMI CAZZI AO!!!
Sempre sta solidarietà a senso unico ma dai su.
MA STI GRANDISSIMI CAZZI AO!!!
Sempre sta solidarietà a senso unico ma dai su.
I COLORI DEI NOSTRI PADRI, I COLORI DEI NOSTRI FIGLI
Ogni tifoso e ogni tifoseria si è fatta un opinione.
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Concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur